UMANESIMO DIGITALE 12-16 OTTOBRE
Il tema di questa settimana in vista del 5° Convegno ecclesiale nazionale, è “Dialogo interreligioso: identità e relazioni per un nuovo umanesimo”. A parlarne, con Adele Di Trapani, don Vito Impellizzeri, docente di teologia fondamentale per il dipartimento di teologia delle religioni presso la pontificia facoltà teologica di Sicilia San Giovanni Evangelista, e Tullio Di Fiore, presidente del Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa della Regione Sicilia.
Quanto è importante il dialogo per lo sviluppo dell’uomo? Secondo don Vito Impellizzeri, si tratta di un fattore cruciale, su cui ha insistito anche Papa Paolo VI: il dialogo diventa identità dialogante. Cercare l’altro attraverso questa via significa imparare il rispetto, l’amore e la comprensione.
Come è possibile educarci al dialogo mantenendo l’unicità di Dio e la verità dell’alterità? La risposta si rintraccia nel Vangelo: nella sua preghiera con il Padre, Gesù si confronta con Lui e Gli chiede che tutti siano uno. Così il dialogo diventa espressione dell’amore.
Le riflessioni prendono poi le mosse dalla frase del teologo Von Balthasar: “Dio dice che è bene che l’altro sia”. Quella del teologo svizzero è un’antropologia dell’alterità in cui Gesù indica la bellezza dell’altro. Nel Vangelo infatti è scritto: “Non è bene che l’uomo sia solo”. Questo indica una mancanza di compimento. L’altro e la Grazia, insomma, sono assai più prossimi di quanto non si creda.
Come evidenziava Papa Giovanni Paolo II, il dialogo interreligioso è uno strumento di costruzione della pace. Gesù ha cercato il confronto con tutti, morendo per tutti gli uomini e contro nessuno. Facendo, anzi, della Verità un dono.
Nel suo intervento di venerdì, Tullio Di Fiore parla di nuovi fenomeni religiosi, che negli ultimi 40 anni hanno proliferato, trovando impreparati al confronto gli ambiti accademici.
Negli anni Settanta, il pensiero della morte di Dio ha allontanato i teologi dall’ascolto dei reali bisogni dell’uomo. Oggi è quindi necessario interpretare questi nuovi fenomeni religiosi, che in realtà riprendono tematiche molto lontane nel tempo, come la gnosi nella massoneria o nel new age. Si tratta, semmai, di modelli alternativi, in cui l’uomo, come in un grande centro commerciale, può ricercare una spiritualità fai da te. Questo dà luogo a una schizofrenia religiosa che bisogna combattere soprattutto attraverso la conoscenza di tali fenomeni e la consapevolezza della fase di smarrimento che sta vivendo l’uomo.