UMANESIMO DIGITALE 2-6 NOVEMBRE
La musica come veicolo del nuovo umanesimo è l’argomento proposto questa settimana per “La via della Sicilia per convenire a Firenze 2015”. A parlarne con Filippa Dolce il Maestro Gabriele Ferro, direttore musicale del Teatro Massimo, e Dario Oliveri, storico della musica e direttore artistico degli Amici della Musica.
Gabriele Ferro si soffermerà sul rapporto tra uomo e musica, un rapporto che parte da lontano. Oggi sembra ci si sia fermati agli anni Settanta, c’è una tendenza a preferire i classici, la cui influenza è enorme. Già nella cultura greca, infatti, Platone distingueva in positivi e negativi i diversi modi musicali. In ogni periodo storico, comunque, è innegabile che la musica favorisca lo sviluppo della civiltà. Non può perciò essere appannaggio solo degli addetti ai lavori. Con il suo essere eterea e immateriale, inoltre, quello dei suoni è il messaggio più diretto nell’arte. Per questa sua caratteristica, la musica si presta ad essere un vero e proprio collante dell’umanità. L’orchestra ne è un esempio: fin dai tempi più antichi, le collettività si sono incontrate per suonare insieme.
Le riflessioni si spostano poi sulle differenze e similitudini tra l’umanesimo rinascimentale e il nuovo umanesimo. Il Rinascimento del Quattrocento innalzava l’uomo a massima espressione del mondo; oggi è l’essere umano che si confronta con il cosmo. I confini si allargano: solo nella nostra galassia esistono cento miliardi di soli con pianeti certamente popolati e questa sensazione di non essere soli crea nuove prospettive. Anche la musica, che sembra essersi fermata al passato, dovrebbe raccogliere queste istanze e farsene interprete tra attualità e spiritualità.
La musica, in particolare, ha una forte influenza sull’uomo: non c’è essere umano che non abbia arte in sé, che è fattore fondamentale e veicolo di relazioni. La mancanza di arte nell’uomo è inimmaginabile e influisce in maniera significativa nel rapporto tra gli uomini. In particolare, la musica ha in sé tutte le potenzialità musica e per unire i popoli.
Nel suo intervento di venerdì , Dario Oliveri riprende “Il mondo come volontà e rappresentazione”, opera in cui Schopenhauer dà della musica una splendida immagine, asserendo che la musica potrebbe esistere anche se mondo non esistesse affatto. Le altre arti trasfigurano senso del mondo; la musica invece si rifà non a esistente ma a esistenza. Per questo suscita in chi è disposto ad ascoltarla una riflessione, ma per questo è necessario che nell’uomo si faccia spazio, che il bombardamento di informazioni a cui è sottoposto per un attimo cessi.
La musica racconta la società, ma è anche uno stimolo al miglioramento, individua nuovi traguardi e orizzonti. A proposito di nuovo umanesimo, il pensiero va al grande direttore d’orchestra tedesco Wilhelm Furtwängler, che scelse di rimanere in una Berlino devastata dai bombardamenti per dare ai propri concittadini il conforto dei suoi concerti nelle chiese diroccate. Ascoltare un concerto è infatti un rito collettivo di grande importanza, in cui ci si concentra per condividere un messaggio alto e spirituale.